Pe’ scopa’.
Il fallimento politico e sanitario dell’assurda decisione di aver permesso a suo tempo l’apertura dei “locali da ballo” è legato direttamente alla mancanza di una strategia efficiente (generalizzo eh…) del Governo e delle Regioni che abbia almeno provato a moltiplicare l’offerta di spazi e di opportunità “meno rischiosi” di aggregazione culturale e di svago: in sostanza, le discoteche avrebbero dovuto essere “meno necessarie”. Anche d’estate, il territorio dev’essere governato dalla Politica che dovrebbe saper leggere e anticipare i bisogni dei cittadini. Per provarci (almeno) servirebbe uno sguardo più ampio di quello che possono promettere commissioni composte da soli clinici, virologi o igienisti (sì, lo so, ce l’ho a morte con task force, cabine di regia e commissioni…).
Ora che le sale da ballo sono (finalmente) chiuse, il problema lo abbiamo risolto? (“Va beh, il Carnaby Club è chiuso, stasera sto a casa co’ nonna…”) La Politica (anche quella sanitaria) si nutre di progetti e soffre per i divieti. Si dovrebbe basare su un insieme pianificato di “spinte gentili” e non su un improvvisato fare e disfare. Mi sa che manca ancora un bel pezzo di strada. [17 agosto 2020]
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