Capacità di innovare. Anche nelle frodi
Quello dell’editoria è un mondo magico. Quello dell’editoria scientifica ancora più magico. Può succedere, infatti, che la firma dell’autore sia l’ultimo dettaglio ad essere deciso nella scrittura di un articolo. Addirittura, in molti casi un articolo viene preparato, viaggia avanti e indietro tra mille computer e l’ultimo nel quale atterra è quello dell’autore. Che non l’aveva mai visto prima. Davvero magico.
Altra stranezza è quella che capita agli articoli promossi dall’industria farmaceutica: “Industry manuscripts are very successful, probably reflecting the resources behind them,” scrive Sergio Sismondo su Learned Publishing. “Medical journals have high rejection rates, as high as 94% in the case of such journals as JAMA (Journal of the American Medical Association) and BMJ (British Medical Journal). Meanwhile, publication planners claim to have very high acceptance rates; for example, an ‘acceptance rate on first submission of 94% for abstracts and 78% for manuscripts’.” Da cosa dipenderà questa probabilità così elevata di un esito positivo di accoglienza degli articoli sponsorizzati da parte delle riviste più prestigiose?
Probabilmente da due ragioni:
- per preparare gli studi clinici e gli articoli che li raccontano, le industrie si servono di agenzie molto capaci che redigono i testi esattamente come le redazioni desiderano riceverli, mascherando al meglio ogni possibile distorsione così da rendere quasi invisibili ai referee gli imbrogli che hanno portato ai risultati esposti;
- la proposta di pubblicazione di un lavoro è quasi sempre accompagnata da una richiesta di preventivo per l’acquisto di reprint degli articoli: sono affari che smuovono talvolta centinaia di migliaia di dollari o di euro.
Sismondo, della Queen University, lo spiega in maniera molto accurata e documentata, facendo esempi puntuali tratti dal dibattimenti giudiziari: infatti, una delle evidenze più preoccupanti è che questioni così rilevanti vengano alla luce soltanto come effetto di procedimenti legali.
L’industria, “sempre all’avanguardia nell’innovazione”, ha elaborato strategie nuove anche nel plagio, in cui tutti i partecipanti sono allineati, spiega Sismondo. Gli studi clinici (quando non inventati) sono coordinati da Contract Research Organizzation che ne affidano la stesura ad agenzie quasi sempre di proprietà di multinazionali editoriali; ogni agenzia ha i propri Key Opinion Leader a busta paga e, così confezionata, la ghost-managed literature trova visibilità su riviste anche molto prestigiose. Almeno il 40 per cento della letteratura professionale sarebbe prodotta in questo modo. Non c’è codice etico che tenga, secondo l’autore.
“Is medical science for sale? No, its current owners are perfectly happy with it.”
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