Bloggers senza frontiere
Passa uno dietro di te che leggi questo post e ti chiede: “Di che parla ‘sto blog?” Ehi, è a te che sto dicendo, rispondi: di che parla DottProf? Se dici “di medicina” sbagli. Facciamo prima: qualsiasi risposta sarebbe sbagliata. Per definizione, internet non accetta più categorie. Inclassificabile, come i compiti del compagno dell’ultimo banco. Che senso ha allora un’idea come The Health Tweeder? Nessuno. Ma ripartiamo dal via.
Graficamente è un orrore ma fa un certo effetto: un insieme di Petri dishes ciascuno a rappresentare una disciplina della medicina e contenente le “cellule” nel brodo di coltura (fa pure un po’ schifo). Ogni cellula un tweet. Quella che ne ha di più è la Psichiatria (269 ad oggi, 11 febbraio), seguita dalla Pediatria (170) e dall’HIV (168). Se segui il link del disco, col mouse over si apre sulla colonna accanto l’elenco dei microblogs dedicati a quell’argomento (a scriverlo è molto più complicato che a vederlo). Il punto non è tanto (o non solo) nel fatto che la determinazione delle categorie è arbitraria (c’è Psichiatria ma anche Sleep Disorders…), è che ci risiamo con la mania delle liste. Di questi tempi va molto di moda discuterne: dopo che anche il Louvre ha messo in mostra l’arte e la creatività del catalogo e dalla curatela della mostra da parte di Umberto Eco, ne è nata anche una strenna natalizia. La smania di elencare è inseparabile da un sentimento di incompiutezza. Lo scrive anche UE nel libro: “La realtà è che noi non diamo, se non raramente, definizioni per essenza, ma più sovente per lista di proprietà. Ed ecco che pertanto tutti gli elenchi che definiscono qualcosa attraverso una serie non finita di proprietà, anche se apparentemente vertiginosi, sembrano approssimarsi maggiormente al modo in cui nella vita quotidiana (e non nei dipartimenti scientifici) definiamo e riconosciamo le cose”.
Non cogliendo l’essenza delle cose finiamo col fare qualcosa di inutile. Forse momentaneamente rassicurante, ma sostanzialmente superfluo. Come un censimento.
Dai tempi di Erode i censimenti non hanno mai portato niente di buono. Classificazioni, categorie, steccati. Confini. Lasciamoli perdere. E se qualcuno ti chiede: “Di che parla Dottprof?” Te lo dico io cosa rispondere: della necessità di non costruire frontiere.
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