Twitter e Facebook inibiscono i sentimenti?
Uscirà la prossima settimana sui Proceedings of the National Academy of Science (PNAS) come “early release online” un articolo di ricercatori della University of Southern California che hanno studiato con metodiche di imaging cerebrale le reazioni neurologiche di utenti volontari di siti di social web. I risultati sembrano dimostrare che il formarsi di giudizi morali richiede un tempo che il susseguirsi incessante di informazioni e notizie non riesce a garantire. “Quando entrano in ballo le emozioni, ha dichiarato Antonio Damasio, primo autore della ricerca e direttore del Brain and Creativity Institute dell’Università americana, l’unica cosa che possiamo dire è: non così in fretta”. Secondo Manuel Castells, che insegna Sociologia nella stessa Università, si tratta di uno studio destinato a lasciare il segno nella comprensione dei meccanismi della percezione umana nell’ambiente della comunicazione digitale.
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